Con cosa portarli:
Parola d' ordine: CONTRASTO.
Assolutamente si all' accostamento con minigonne, calze, parigine, vestitini , leggings, gonna a ruota con stampe floreali.
Un voto super per chi li mette abbinandoli a degli shorts, magari di jeans slavato. Per le più coraggiose, abbinatele ad una gonna lunga , magari con degli spacchi laterali che fanno intravedere la gamba (senza calze, please).
Osate un look aggressivo, vedrete che risultati ;-)
Repubblica ci dà un breve accenno alla storia delle scarpe più famose del mondo, e io sto già pensando di comprarne un altro paio!
Comodi e versatili, caratterizzati dall'inconfondibile cucitura gialla e dalla spessissima suola in gomma, tornano di moda ciclicamente e vengono riproposti in versioni sempre diverse: da quelle in tela a quelle a fiori. Ma la sostanza, il modello base, rimane sempre lo stesso e sembra non passare mai di moda nonostante i decenni che passano. Perchè le Dr Martens hanno più di 50 anni, ma non li dimostrano.
Proprio
così: la nostra generazione probabilmente ha cominciato a vederli alle
medie, ma eravamo ignari che dietro quei fantastici anfibi che per noi
erano solo un paio di scarpe alla moda, si nascondesse una storia lunga decenni, e soprattutto molto affascinante.
Le Dr Martens nascono in Inghilterra, e sono tutt'altro che una calzatura glamour. Anzi, vengono disegnate per i soldati,
e poi vengono destinate gli operai. Il modello (che è incredibilmente
simile a quello odierno) viene creato dalla R. Giggs di Wollaston, che
applica la famosa suola ad aria brevettata da un medico tedesco. Sono
scarpe comode e resistenti, e proteggono il piede in qualsiasi
condizione. Per questo gli anfibi dal filo giallo vengono presto
adottati da postini e operai, e poi addirittura da poliziotti, che sono soliti annerire il filo giallo perchè non stoni con la loro divisa scura.
Insomma, le Dr Martens nascono come scarpe "proletarie". E non meno singolare è il passaggio successivo, quando diventeranno, a turno, le scarpe simbolo di diverse sottoculture urbane.
Prima arrivano i mod, poi gli skinhead, poi ancora i punk e infine i
cosidetti "boot boys", gli assidui e rissosi frequentatori degli stadi.
I primi in assoluto ad adottare le Dr Martens come calzatura "di riconoscimento" sono i mods londinesi. E qui è necessaria una brevissima digressione sulla sottocultura mod
(mod sta per "modernism"), nata a fine anni '50 e diffusissima negli
anni '60 soprattutto in Inghilterra. I mods nascono come appassionati di
modern jazz, di moda e di stile, e sono tra i primi appartenenti a una
subcultura a stabilire una sorta di codice di abbigliamento:
vanno sempre in giro con indosso un parka e a cavallo della loro Vespa,
e uno dei dettagli che non trascurano mai sono le scarpe, appunto le Dr
Martens.
Sempre negli anni '60 avviene un altro cambiamento epocale: le Dr Martens diventano alte. Prima erano basse e con tre bottoni, ora sono alte, avvolgono la caviglia e hanno ben 10 bottoni.
Dal movimento mod emerge una costola più estrema e dura: sono gli skinhead, con le loro teste rasate e i loro ferrei ideali proletari e antiborghesi.
Anch'essi sfoggiavano una "divisa" tipica, composta di polo
attillate, bretelle, capelli cortissimi e ancora una volta loro: le Dr
Martens. Un altra caratteristica principale degli skin era la loro forte
tendenza alla rissosità e il duro antagonismo con altri gruppi. Non per
nulla fanno la comparsa ai loro piedi le Dr Martens con punta
rinforzata in acciaio, ottime armi contundenti in caso di risse. Risse
che, proprio per questo, vennero ironicamente ribattezzate "boot-parties".
Da quegli anni cominciò la distinzione tra skin di destra e "red skin",
rimasti fedeli agli ideali proletari e antagonisti. Entrambi
conservarono le loro Dr Martens, ma idearono un curioso metodo per
distinguere l'appartenenza politica: lacci rossi per i red skin, lacci
bianchi per chi invece era di destra.
Ma
facciamo un breve passo indietro, agli anni '70, quando l'ennesima
sottocultura decide che le Dr Martens sono la scarpa perfetta: si tratta
dei punk. Per l'ennesima volta le Dr Martens vengono scelte per rappresentare simbolicamente una sottocultura.
Oltre all'abbigliamento tipico di certe subculture, le Dr Martens invadono anche gli stadi,
e fino agli anni '80 sono state le scarpe simbolo del tifoso da stadio
inglese. E, come è facile immaginare, divennero anche le protagoniste
delle risse da stadio,
tanto da costringere le autorità a imporre una curiosa regola:
costringere i tifosi ad entrare nello stadio senza i lacci delle scarpe,
in moda da rendere inoffensivi i tanto temuti anfibi.
Insomma una storia lunga
e decisamente piena di emozioni quella delle Dr Martens. Soprattutto
una storia che per decenni si è mossa negli ambienti proletari e nelle
frange giovanili più alternative, votate all'antoagonismo. Per tutte
queste persone gli anfibi con il filo giallo sono state in qualche modo
il simbolo di un modo di vivere e di precisi ideali che si discostavano
dal mainstream.
Oggi, le Dr Martens continuano a essere prodotte, come già detto, e sono diventate ormai una calzatura glamour, proposta in mille varianti e reinterpretazioni ispirate alle tendenze del momento. Per non parlare delle numerose vip e fashion icon che le sfoggiano per dare un tocco vagamente punk alle loro mise.
Insomma, dal proletariato alle fashion victim senza passare dal via.
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